In questa lunga esperienza di amministratore locale come Sindaco di Bracciano , ho visto passare
molti Presidenti del Consiglio, ma questa è sicuramente la prima volta che ricevo direttamente da un Premier tre comunicazioni in 90 giorni di governo,
attraverso le quali i Sindaci vengono direttamente coinvolti in scelte importanti per il
rilancio del paese, ricevendo anche una
attenzione importante come figure istituzionali che quotidianamente sono in
prima linea nell'affrontare i problemi dei cittadini. La crescente burocrazia e la volontà di mantenere acquisiti privilegi sono ancora oggi gli ostacoli che i pubblici amministratori incontrano, un blocco granitico insuperabile che inibisce la possibilità di sfruttare le potenzialità esistenti nelle nostre città e nei nostri territori, a partire dalle piccole iniziative quotidiane.
Ecco allora che il Presidente del Consiglio "sindaco" Matteo Renzi stimola i Sindaci italiani a partecipare, attraverso proposte e segnalazioni, a dare un nuovo impulso all'azione amminsitrativa locale, spesso vessata da enti sovracomunali di riferimento. L'iniziativa si chiama "Sblocca Italia", che può diventare un pacchetto di "misure che sostenga il superamento di ritardi o inconcludenze delle Pubbliche Amministrazioni".
Entro il giorno stabilito, invierò la risposta al Presidente del Consiglio, fiducioso in un intervento che possa "sboccare" alcune situazione conflittuali, il superamento delle quali potrebbe dare nuovo impulso allo sviluppo economico e occupazionale di Bracciano.
Quella sotto riportata è la lettera che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha inviato ai Sindaci Italiani, attraverso Piero Fassino, Presidente dell'Associazione Nazionale Comuni d'Italia.
"Caro Sindaco,
l'Italia riparte. I segnali di fiducia che arrivano dalla
determinazione dei cittadini, da vari settori dell'economia e dai mercati
internazionali, tuttavia, non bastano. Possiamo e dobbiamo fare di più.
Per questo il Governo ha deciso di accelerare il percorso di
riforme costituzionali e istituzionali, riforme che spaziano dalla legge
elettorale alla revisione del titolo V, dalla pubblica amministrazione fino al
mercato del lavoro, dalla giustizia al fisco, dall'agricoltura al terzo settore.
Ma nessuna riforma sarà credibile se non diamo per primi noi
il segnale che la musica è cambiata davvero.
Per questo giudico prioritario che il Governo adotti tutte
le misure necessarie a sbloccare i procedimenti e i cantieri che sono fermi da
anni, per ritardi o inconcludenze di settori diversi della Pubblica
Amministrazione.
Sono stato Sindaco anche io. E come voi ricordo le
polemiche: quanti cantieri abbiamo bloccato per la mancanza di un parere, per
un diniego incomprensibile di una sovrintendenza, per le lungaggini
procedurali. Quante volte siamo stati costretti a rinunciare a un investimento
magari di capitali stranieri, certo innamorati dell'Italia, ma preoccupati del
complicato sistema amministrativo del nostro paese.
Nel giorno della Festa della Repubblica scrivo ai sindaci da
Palazzo Chigi per chiedere uno sforzo comune. Individuate una caserma bloccata,
un immobile abbandonato, un cantiere fermo, un procedimento amministrativo da
accelerare. Segnalatecelo entro il 15 giugno all'indirizzo matteo@governo.it. Sarà nostra cura verificarne lo stato
d'attuazione con gli uffici dedicati e – se del caso – procedere all'interno di
un pacchetto di misure denominato “Sblocca Italia”. La necessità e l'urgenza di
provvedere subito alla ripartenza dei cantieri e alla definizione delle
procedure è sotto gli occhi di tutti.
Come abbiamo fatto per la scuola, anche per questi
interventi cercheremo di essere il più tempestivi possibili. Dimostrando una
volta di più che il rapporto tra Amministrazione Centrale e Autorità
territoriali può davvero entrare in una fase nuova.
Conto sull'aiuto dei Sindaci, insomma. E invio un abbraccio
doppio ai sindaci appena eletti. Vi attende un lavoro impegnativo ma carico di
gioia e responsabilità: essere l'anima della propria comunità non è facile, ma
è una strepitosa occasione.
In bocca al lupo a tutti noi".
Matteo Renzi
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